L’inchiesta “Trend, mercato e lettori all’alba della nuova normalità” ha come obiettivo quello di tracciare un disegno relativo al panorama culturale contemporaneo assieme a giornalisti e protagonisti del mondo social per delineare le tendenze del momento.

Cosa proprio non sopporta nei libri di oggi?
“Quello che mai ho sopportato cioè i libri “fatti male”, sciatti o con una pessima cura editoriale sia nel testo che nella veste estetica (copertina, biografia dell’autore, illustrazioni ecc.)”.
C’è sempre stato un forte legame tra libri e film, ultimamente rinnovatosi con le serie tv. Da quale prospettiva guardare a questo fenomeno?
“Tutto quello che può avvicinare nuovi lettori al “soggetto libro” è, a mio avviso, il benvenuto. Certo è un processo alla rovescia perché ci sono milioni di persone che hanno visto pellicole tratte da libri dei quali ignorano l’esistenza e una piccola parte degli spettatori è incuriosita ma con il tempo quel numero è destinato a crescere. Ci sono serie tv provenienti da libri dei quali si pensa di fare una nuova versione addirittura. Tutto questo genera un dibattito e riporta, fatalmente, al punto di partenza: il libro”.
Nei tradizionali spazi fisici dedicati ai libri sono sempre più presenti opere di personaggi tv, social, sportivi e non di scrittori. Quanto il mondo della rete, in particolare attraverso Instagram, può colmare questo deficit espositivo offrendo una vetrina alternativa ai “veri” autori?
“Instagram oramai è la vetrina indiscussa verso cui tutti gli scrittori si orientano, ma pochi sono quelli che riescono a far crescere le tirature delle proprie opere attraverso questo social. Il libro rimane un prodotto slow che richiede una meditazione più lunga rispetto a un capo di abbigliamento o a un prodotto tecnologico. Il lettore vorrebbe un contatto diretto con lo scrittore ma, superato un certo numero di follower, la cosa può essere gestita solo da un social media manager ed il lettore se ne accorge immediatamente. Ognuno di loro vorrebbe lo scrittore tutto per sé dopo aver acquistato il suo libro. Discorso opposto per i grandi assenti come Salinger oppure gli scrittori dei quali si ignora l’identità, perché hanno fatto dell’assenza la loro cifra. Ma è una scelta che pochi possono permettersi”.
Gabriella Diliberto