L’inchiesta “Trend, mercato e lettori all’alba della nuova normalità” ha come obiettivo quello di tracciare un disegno relativo al panorama culturale contemporaneo assieme a giornalisti e protagonisti del mondo social per delineare le tendenze del momento.
Cosa proprio non sopporta nei libri di oggi?
“Il fatto che molti aspetti vengano trascurati. Non mi riferisco ai vari refusi in cui, inevitabilmente soprattutto nel self-publishing, incappo, ma proprio nel modo con cui spesso case editrici o autori self curano il libro. Non c’è più la cura che prima, pubblicando un capitolo alla volta sul giornale, si premeva avere. Ma il mio è un discorso che non vale per tutti, perlopiù per chi ha “fretta” di pubblicare ma lo giustifico con “inesperienza””.
C’è sempre stato un forte legame tra libri e film, ultimamente rinnovatosi con le serie tv. Da quale prospettiva guardare a questo fenomeno?
“Le serie tv stanno spopolando con una semplicità disarmante e io, da lettrice, le preferisco ai film. Credo che vivere una storia in più atti ma con tante parentesi che vengono risolte episodio per episodio faccia apprezzare col giusto tempo la stessa. Affezionarsi ai personaggi spesso non è facile in un film da due ore. Detto questo: quale prospettiva? Quella più positiva possibile! Ma sempre con occhio critico”.
Nei tradizionali spazi fisici dedicati ai libri sono sempre più presenti opere di personaggi tv, social, sportivi e non di scrittori. Quanto il mondo della rete, in particolare attraverso Instagram, può colmare questo deficit espositivo offrendo una vetrina alternativa ai “veri” autori?
“Tantissimo! Trovo che i social media siano una grandissima opportunità sia per farsi conoscere in maniera più diretta che per fare “gavetta”, per così dire. Già avere a che fare con altre persone regala, in quanto social gratuiti, l’occasione di rapportarsi e avere un’opinione istantanea di ciò di cui si parla”.