A tu per tu con chi RACCONTA libri da una vita… trend, mercato e lettori all’alba della nuova normalità con Armando Vertorano.

L’inchiesta “Trend, mercato e lettori all’alba della nuova normalità” ha come obiettivo quello di tracciare un disegno relativo al panorama culturale contemporaneo assieme a giornalisti e protagonisti del mondo social per delineare le tendenze del momento.

Cosa proprio non sopporta nei libri di oggi?

Spesso nell’offerta trovo poco equilibrio fra commerciale e pretesa di letteratura “alta”. Da un lato, libri che fanno grosse vendite ma con pochi bei guizzi, che seguono uno schema che funziona (il giallo, la formazione sentimentale ecc.) ma privo di un vero e proprio stile o di una vera urgenza di racconto. Dall’altra parte però abbiamo tutta una letteratura con pretese di élite fatta da autori che si crogiolano in uno stile complesso e spesso tortuoso senza però raccontare molto. Insomma, io vedo carenza di belle storie, raccontate bene, raggiungibili per chiunque. Ci sono pure eh, a saperle cercare. Ma sono una nicchia”.

C’è sempre stato un forte legame tra libri e film, ultimamente rinnovatosi con le serie tv. Da quale prospettiva guardare a questo fenomeno?

Dalla solita prospettiva, ossia ben venga tutto se è ben fatto. A me piace leggere il libro e poi guardare il film/serie per poter “studiare” meglio il lavoro di adattamento, ma questo è un vezzo da mestierante. Una storia ben raccontata funziona sempre, l’importante è ricordarsi che cambiando medium cambia tutto. Ad esempio non sopporto quando un film tratto da un libro ne inserisce interi passaggi usando la voce off. Mi sa di pigrizia da parte dello sceneggiatore. Fai un film, quindi, puoi usare immagini? E allora, come dicono gli americani: show, don’t tell!”.

Nei tradizionali spazi fisici dedicati ai libri sono sempre più presenti opere di personaggi tv, social, sportivi e non di scrittori. Quanto il mondo della rete, in particolare attraverso Instagram, può colmare questo deficit espositivo offrendo una vetrina alternativa ai “veri” autori?

Per me non la offre. Del resto nemmeno so se sia giusta la distinzione tra “falsi” e “veri” autori. Anche perché spesso i libri dei personaggi sono opera di ghost writer, talvolta anche molto bravi. Quindi tutto dipende. Ma non credo che i social siano una buona vetrina per chi scrive di mestiere. Il social è superficie, immagine. Certo c’è chi lo usa anche per riflettere, sviscerare e andare a fondo delle cose. Ma acchiappa sempre pochi follower. Il social non ha fatto altro che creare nuovi personaggi, nuovi non scrittori che scrivono altri non-libri”.

Gabriella Diliberto

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